IL PROGETTO



FABER IN MENTE è in origine una raccolta di testi che raccontano, parafrasando altrettante canzoni di De Andrè, nove storie di pazienti psichiatrici incontrati nel proprio percorso professionale dal Dott. Gabriele Catania.

"... Una mattina mentre cercavo di capire come si potesse collegare la drammatica perdita di peso di una mia paziente alla sua paura di essere rifiutata, mi venne in mente che lo stesso tema era contenuto in una canzone di De Andrè: "La ballata dell'amore cieco (o della vanità)" ... Mi resi conto che anche la mia paziente anoressica, attraverso il suo patologico dimagrimento, perseguiva un progetto autodistruttivo simile a quello dell'innamorato cantato dal poeta genovese: l'annullamento della propria esistenza per la mancanza di un ritorno affettivo autenticamente affidabile ... ERO GIUNTO ALL'OSSERVAZIONE DI UN CONCRETO LEGAME TRA LA CANZONE D'AUTORE E LA PSICOTERAPIA. ERA ACCUDUTO CHE UN CONCETTO CHE AVEVO INTERIORIZZATO E AFFINATO NEGLI ANNI ASCOLTANDO IL MIO CANTAUTORE PREFERITO, IN QUELLA CIRCOSTANZA MI AVEVA AIUTATO A COMPRENDERE MEGLIO UN CASO CLINICO."

"Incoraggiato da questa curiosa scoperta decisi di verificare l'esistenza di altri possibili collegamenti tra il materiale clinico tratto dalla mia esperienza professionale e i costrutti d'importanza psicologica riconducibili all'opera di Faber. Giunsi in questo modo ad individuare altre otto storie di pazienti che presentavano legami simili a quelli che avevo trovato tra l' anoressia e "La ballata dell'amore cieco" .
Dal momento che uno degli scopi dell'associazione che presiedo è divulgare informazioni realmente utili a favorire il superamento dello stigma psichiatrico, pensai che potevo dare un contributo in tal senso facendo uscire dalle solitarie mura del mio studio la ricchezza emotiva e il profondo valore umano di quelle storie, per farle viaggiare accanto alle canzoni di Faber."

(dalla presentazione della raccolta di testi "Faber in mente - il disagio psicologico raccontato attraverso le canzoni di Fabrizio De Andrè")